Il 18 marzo è la Giornata Mondiale del Riciclo, nata per sensibilizzare sullo spreco, sul riuso e sulla necessità di cambiare mentalità. Pochi giorni fa si è tenuta la seconda edizione della manifestazione, promossa dalla Global Recycling Foundation nelle principali città del mondo con l’obiettivo di concentrare l’attenzione pubblica, dei media e dei potenti del pianeta sull’ambiente.

“Gli esseri umani hanno consumato più risorse negli ultimi 50 anni che in tutta la storia precedente e gli studi indicano che abbiamo solo dodici anni per invertire il danno causato” – sostiene Ranjit Baxi, presidente della fondazione ambientalista. L’eco della protesta studentesca di venerdì scorso rafforza con decisione la tematica del riciclo del futuro, ovvero sul potere delle persone, dell’Istruzione e dell’innovazione per garantire un avvenire migliore a questa nostra Terra.

Anche l’Italia sta facendo la sua parte: la raccolta differenziata è cresciuta del +55% (anche se ancora in tanti non la effettuano correttamente) e il riciclo di rifiuti urbani è salito del +44%. Il riutilizzo non fa solo bene all’ambiente, ma anche alle tasche. Evitando che gli scarti finiscano inutilmente in discarica, sono state risparmiate circa 4 tonnellate di materie prime, per un risparmio complessivo di 970 milioni di euro.

Le fonderie, il cuore dell’economia circolare

Abbiamo già evidenziato l’importanza del comparto fusorio in ottica di sostenibilità ambientale. Negli ultimi anni la percentuale di materiali di recupero impiegata in sostituzione di materie prime ha raggiunto il 75%, in particolare nel caso di fonderie dotate di forni elettrici. Lo stereotipo della “classica” industria pesante che consuma senza sosta e produce esclusivamente sostanze inquinanti è ormai decaduto: il primo Rapporto di Sostenibilità, elaborato da Assofond, racconta infatti una storia ben diversa, pur senza nascondere sotto il tappeto le attuali criticità del settore.

“Il nostro comparto – precisa Roberto Ariotti, Presidente di Assofond – mette in pratica da sempre un meccanismo di economia circolare molto avanzato: è grazie alle fonderie e alla loro tecnologia, infatti, che buona parte dei materiali metallici giunti a fine vita viene riciclata e riutilizzata per realizzare nuovi prodotti”.

Il processo di lavorazione delle fonderie rappresenta, inoltre, un importante esempio di economia circolare, poiché la materia prima con cui queste aziende alimentano le linee di produzione è costituita in larga parte da rottami ferrosi che vengono fusi e trasformati in manufatti di piccole o grandi dimensioni.

“Sappiamo che la strada è ancora lunga – continua Ariotti – ma siamo al lavoro per rendere sempre più circolari le nostre aziende. In quest’ottica, insieme ad altre associazioni e imprese rappresentative di altri settori produttivi, abbiamo aderito al progetto Effige, finanziato dall’Unione Europea, che ha l’obiettivo di introdurre il metodo PEF (Product Environmental Footprint) all’interno delle fonderie. In questo modo puntiamo a individuare un sistema di calcolo dell’impronta ambientale dei nostri prodotti lungo il loro intero ciclo di vita e a implementare soluzioni in grado di ridurla ulteriormente”.

Per approfondire la mission del progetto Effige, ti consiglio la lettura dell’articolo: “Assofond e Progetto Effige“.