L’acciaio da riciclo cresce nel mondo per rendere l’industria siderurgica più sostenibile.
Le 630 milioni di tonnellate di rottami di acciaio che vengono riciclate ogni anno permettono di evitare un quantitativo pari a 950 milioni di tonnellate di emissioni annue di CO2. Quali sono le previsioni?

L’industria del rottame, secondo molti, ha grandi prospettive a lungo termine, data la crescente attenzione che si rivolge ultimamente all’acciaio “verde”.
Dal momento che la produzione di acciaio rappresenta circa il 10% delle emissioni globali di carbonio, i produttori sono messi sotto pressione per adottare un approccio sempre più ecologico e pulito, per andare incontro alle direttive dello Stato italiano.

Riciclare 630 milioni di tonnellate di rottami di acciaio, al contrario di quanto accade con la produzione di acciaio vergine, crea diverse conseguenze:

  • evita le immense emissioni annue di CO2
  • risparmia energia
  • conserva risorse naturali

Ovviamente, non tutti i rifiuti prodotti possono essere riciclati, una parte dev’essere smaltita in sicurezza.
Approssimativamente, possiamo considerare che per ogni milione di tonnellate di acciaio prodotto da scarti, si hanno 300 mila tonnellate di scarti.
Il primo passo per limitare le emissioni di CO2 è quindi riciclare e utilizzare nuovamente tutti gli scarti già disponibili, prima di produrre delle nuove risorse.

Le previsioni vedono la quota della siderurgia globale dichiarata dai forni elettrici salire al 30% nel 2026 e addirittura al 35% nel 2040. Se il grande utilizzo del rottame, però, portasse ad un ribasso del prezzo dell’acciaio, non si rischierebbe di incoraggiarne l’acquisto? Su questa questione, per ora, dobbiamo ancora tenere un punto di domanda.