Questa la previsione di Gianfranco Tosini, Ufficio Studi di Siderweb, espressa durante il convegno “Il rottame in 4D” dello scorso 4 luglio a Milano. Più rottame, ma allo stesso tempo più consumo di materia prima. Tosini ha presentato le prospettive del rottame a livello globale ed italiano.

L’industria del riciclo di rottami di ferro è strategica nell’ambito dello sviluppo dell’economia circolare. Il riciclo dell’acciaio rappresenta, non solo un mezzo per acquisire una materia prima per la produzione siderurgica, ma consente anche di risparmiare risorse naturali. Ogni tonnellata di acciaio riciclato permette di risparmiare 1,1 tonnellate di minerale di ferro, 630 chili di carbone, 55 chili di calcare, 52 chilowattora di energia elettrica, 1,8 barili di petrolio e 2,3 metri cubi di spazio in discarica. La produzione di acciaio utilizzando rottami di ferro consuma il 74% in meno di energia, il 90% di materie prime “vergini” ed il 40% di acqua rispetto alla produzione di acciaio con ciclo integrale. Inoltre, produce il 76% in meno di inquinanti, l’86% di emissioni in atmosfera ed il 97% di rifiuti di miniera.”

In un momento storico in cui l’attenzione collettiva è rivolta sempre di più alla tutela dell’ambiente e alla limitazione dell’impatto di alcuni settori importanti produttivi, basterebbero solo queste poche cifre per comprendere l’importanza del ricorso a questa pratica.

“L’offerta di rottami di ferro è destinata ad aumentare nei prossimi anni – ha proseguito Tosini – La disponibilità di rottame dovrebbe infatti passare dagli attuali 700 milioni di tonnellate a 1.100 milioni di tonnellate nel 2030. La disponibilità di rottami di ferro a livello globale sarà condizionata soprattutto dalla Cina, che fino al 2020 sarà ancora importatrice netta, mentre negli anni successivi potrebbe diventare esportatrice netta. La maggiore disponibilità di rottame, i vincoli ambientali più stringenti e la necessità di ridurre l’intensità di capitale della produzione siderurgica spingeranno verso un maggiore utilizzo degli impianti elettro siderurgici. La produzione di acciaio con forno elettrico passerà dagli attuali 520 milioni di tonnellate a 733 milioni di tonnellate nel 2030, con un’incidenza sulla produzione totale che salirà dal 28,8% al 38,4%. Conseguentemente, la domanda di rottame aumenterà dagli attuali 708 milioni di tonnellate a 1.067 milioni di tonnellate nel 2030″.

L’Italia, in affanno dopo la grande crisi che ha interessato il comparto negli ultimi anni, sta ancora cercando una propria nuova dimensione.

La domanda di rottame di ferro in Italia è passata da quasi 24 milioni di tonnellate nel 2008 a 22 milioni di tonnellate nel 2018 – ha spiegato l’analista -, con un calo dell’8,2%. Nello stesso periodo, l’offerta di rottame è diminuita da 18,6 a 16,9 milioni di tonnellate, con una contrazione del 9,4%. Il gap negativo fra domanda ed offerta nell’ultimo decennio è rimasto intorno a 5 milioni di tonnellate, con un calo del 3% rispetto al periodo pre-crisi“.

Prezzo del rottame

Un altro tema di interesse, in relazione al rottame, è ovviamente quello relativo alle quotazioni del materiale. A fare il punto sull’argomento, durante il convegno, è stato Achille Fornasini, partner e Chief Analist di Siderweb.

 

Fonte: Siderweb.com