Un 2018 di crescita moderata, ma con un progressivo esaurimento della spinta che aveva contraddistinto i primi mesi dell’anno e prospettive poco incoraggianti per il 2019. Questa l’analisi emersa dal resoconto trimestrale di Assofond. Nell’anno appena concluso, la produzione ha fatto registrare un incremento del 2,8% rispetto al 2017, ma è solo una stima preliminare: i valori Istat evidenziano valori molto più assottigliati. Una crescita contenuta e caratterizzata da dinamiche differenti a seconda del comparto preso in esame.

“Chiudiamo un 2018 di crescita moderata – sottolinea il Presidente di Assofond, Roberto Ariottiche, se da un lato non ci soddisfa appieno, dall’altro non ci vede in crescita zero rispetto all’anno precedente, cosa che abbiamo temuto dopo il difficile momento che abbiamo vissuto nei mesi immediatamente successivi all’estate. Il forte rallentamento dell’automotive sta pesando in maniera considerevole, soprattutto per le fonderie di ghisa, che subiscono l’arretramento più evidente. Chi lavora per l’auto sta vivendo un clima di incertezza generalizzato: gli ordini per i progetti tradizionali si sono fermati, e quelli per i nuovi tardano ad arrivare, dato che non è ancora chiaro quale direzione prenderà il comparto dell’auto”.

mercato fonderie 2018

 

“La transizione – continua Ariotti – verso la mobilità sostenibile è iniziata e sarà un tema chiave dei prossimi anni. Noi siamo pronti ad affrontarla, ma oggi non sappiamo ancora come sarà il futuro. Per le fonderie quello dell’automotive è un mercato chiave: il 32% dei getti di ghisa e addirittura il 57% di quelli non ferrosi sono destinati a questo comparto e le scelte dei nostri clienti, pesantemente influenzate dalle politiche europee in tema di emissioni, orienteranno il nostro futuro e quello di tutta la filiera dell’auto. Pensiamo solo alle conseguenze che ha avuto l’introduzione del nuovo sistema di omologazione wltp: l’industria dell’auto tedesca ha fatto fatica ad adeguarsi al nuovo standard, con un calo delle immatricolazioni in Germania del 9% circa nell’ultimo trimestre del 2018. Questo ha portato ripercussioni molto negative per tutti i componentisti, incluse le fonderie italiane, per le quali la Germania è un mercato chiave” 

A livello disaggregato, la ghisa arretra di 3 punti e vede il proprio indice destagionalizzato ripiegare a quota 100, dopo i 103 del terzo trimestre e i 105 del momento migliore del 2018. I non ferrosi non riescono a recuperare i livelli medi del 2017. Il comparto dell’acciaio, invece, è in controtendenza: il 2018 ha consentito il recupero dei livelli del 2017, l’anno nero per queste fonderie. Anche il fatturato è in flessione, rispetto ai trimestri precedenti, ma rimane sopra le medie del 2017. Su base annua si registra un +6,7%, con la ghisa +7,9%, l’acciaio a +13,5% e i non ferrosi +4,4%.